LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE – GLUTEN SENSITIVITY

 

Questa forma di reazione avversa al grano, identificata di recente, è stata cosi battezzata perché, come nella celiachia, è coinvolto il glutine,  sebbene con meccanismi immunologici diversi.

Per quanto non siano ancora disponibili dati precisi, sembra che questa condizione sia 6-7 volte più frequente della celiachia (che colpisce l’1% della popolazione).

I SINTOMI

La sensibilità al glutine si può manifestare con sintomi gastrointestinali: dolore o gonfiore, stitichezza e/o diarrea (molto simili a quelli del colon irritabile), reflusso gastroesofageo, nausea, dolore allo stomaco, afte in bocca,  ma anche con tanti altri sintomi a carico di altri distretti dell’organismo.

I più frequenti sono cefalea, confusione mentale, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, cambiamenti di umore, dolori articolari e muscolari, eruzioni cutanee, gonfiore agli arti, formicoli.

I sintomi compaiono con l’ingestione di alimenti contenenti glutine e scompaiono eliminando il glutine dalla dieta.

LA DIAGNOSI: SOLO PER ESCLUSIONE

Non essendoci test specifici per la diagnosi della sensibilità al glutine, si procede per esclusione. Per porre la diagnosi, i test sierologici per la celiachia devono essere negativi (il test degli anticorpi antigliadina può però risultare positivo) e la biopsia della mucosa del duodeno non deve mostrare segni di sofferenza o evidenziare soltanto una leggera infiammazione.

Il test genetico, che risulta positivo in quasi il 100% dei celiaci, scende al 50% circa tra le persone che soffrono di sensibilità al glutine.

Si deve escludere anche l’allergia al grano, con specifici esami.

La prova conclusiva per arrivare alla diagnosi di sensibilità al glutine è la scomparsa dei sintomi introducendo una dieta senza glutine, mentre la sua reintroduzione determina in tempi brevi (ore o giorni) il ripresentarsi della sintomatoolgia.