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IL MUSCOLO IN-FORMA

IL MUSCOLO IN-FORMA

 

FUNZIONI E PROPRIETA’ DEL MUSCOLO

Per descrivere il muscolo con le sue proprietà e nel suo funzionamento, dobbiamo considerarlo in relazione con gli altri muscoli e soprattutto con altri organi che costituiscono a loro volta apparati diversi da quello muscolare. Studiato singolarmente ha solo valore anatomico, valore che non  basta per capire la complessità di quest’organo.

ORGANO SENSIBILE E NOSTRO ALLEATO

La sensibilità dei muscoli è testimoniata dalla somatizzazione dei conflitti emozionali che nel corpo trovano espressione, grazie alla capacità di questi di farsi carico dei disagi psicologici a cui siamo soggetti.

Ci sono parti del nostro corpo che vanno incontro, in situazioni di stress o di alienazione, ad alterazioni di funzionamento con conseguente infiammazione e dolore. Alcune di queste sono sintomatiche di situazioni di disagio psico-emotivo e relazionale. Dolori al collo (cervicalgia) con blocco dei movimenti della testa (torcicollo) rappresentano, in genere, l’impossibilità, momentanea, di realizzare le proprie idee, i propri desideri, e dato che il collo è la parte del corpo che congiunge la testa (con tutto ciò che c’è dentro) e il corpo (che dovrebbe realizzare quello che nelle testa c’è ), in situazioni conflittuali duole e si blocca costringendoci a guardare verso destra (il futuro) o verso sinistra (il passato), in relazione a ciò che non vogliamo vedere o considerare. I latini dicevano  “obtorto collo” per indicare azioni compiute malvolentieri.

Le dorsalgie (dolori nella zone delle scapole) con inevitabile cifosi (dorso curvo) sono rivelatrici di situazioni al limite di sopportazione in cui la frustrazione è la regola, le spalle si incurvano per difesa aumentando le dimensioni del guscio che ci fa da scudo e protegge la parte anteriore del torace (sede dell’affettività e dei buoni sentimenti, il cuore).

Ogni parte del corpo prende su di sé problematiche psico-emozionali che non siamo in grado di vedere o di affrontare e i muscoli, alterandosi nelle funzioni e nel tono di base, rendono manifesto il disagio.

ORGANO SECRETORE

I muscoli oltre a essere rivelatori di disagi psicologici, sono anche organi secretori (produttori) di sostanze utili al benessere del nostro corpo. Una sana attività fisica combatte l’insorgenza di malattie come il diabete, l’ipercolesterolemia, l’osteoporosi, malattie cardio-circolatorie, grazie alla produzione da parte dei muscoli di sostanze come le miochine e le endorfine. Per approfondire leggi qui.

ORGANO INTELLIGENTE

I muscoli sono organi intelligenti e hanno memoria; le ricerche in campo riabilitativo hanno permesso di capire che la contrazione delle fibre muscolari differisce in funzione della finalità del movimento che si compie. Questo permette al nostro corpo di adattarsi alle molteplici e differenti situazioni in cui ci relazioniamo con l’ambiente circostante.

Camminare è un atto complesso che vede il coinvolgimento differente dei muscoli in funzione della superficie su cui camminiamo, dell’asperità del terreno, della consistenza della superfice d’appoggio del piede e dalle sue caratteristiche fisiche (duro, morbido).

Allungare un braccio è un gesto che compiamo tutti i giorni infinite volte, attivando in modo diverso dei muscoli, in funzione della finalità del gesto (indicare un oggetto o afferrare lo stesso oggetto richiede un impegno diverso dei muscoli chiamati in causa)  – Vedi riabilitazione neuro-cognitiva –

ORGANO MNEMONICO

Un lavoro condotto dal dott. Clark dell’università dell’Ohio ha dimostrato come i muscoli hanno in memoria “schemi di movimento” che possono essere rievocati semplicemente pensando di compiere il movimento, senza poi in realtà muoversi. Lo stesso Clarck ha ingessato un braccio ad un certo numero di persone, le ha divise in due gruppi e poi ad un gruppo ha prescritto degli esercizi con il braccio immobilizzato da compiersi solo mentalmente e all’altro gruppo nessuna prescrizione.

Dopo la rimozione del gesso, coloro che avevano eseguito gli esercizi mentalmente avevano subito un deperimento dei muscoli interessati minore rispetto a coloro che non avevano alcuna consegna. Ciò non vuol dire che stando fermi possiamo tenere in salute il corpo solo pensando di fare attività fisica. Ma ci fa riflettere su come i muscoli siano per noi un organo di relazione, interna ed esterna al nostro corpo.

ORGANO “SISTEMICO”

Il muscolo è un organo “sistemico” nel senso che deve essere osservato in funzione combinata con gli altri muscoli e con gli altri apparati. Mézières, fisioterapista francese del secolo scorso, scopri che alcuni muscoli erano collegati tra loro, nel senso che dove finiva o si inseriva uno, cominciava l’altro, formando cosi delle catene che funzionalmente si influenzavano reciprocamente; la più importante di queste fu chiamata “catena posteriore”. Essa comprende tutti i muscoli che dalla fronte avvolgono la testa, fasciano il collo, le spalle, la schiena, scendono lungo la parte posteriore delle gambe, avvolgono i piedi come calzini e risale fin sotto le ginocchia. Questi sono muscoli molto potenti perché più numerosi rispetto a quelli della parte anteriore del corpo, e perché poli-articolari (nel senso che hanno diversi punti di aggancio o inserzione).

La disfunzione di muscoli facenti parte di questa catena è responsabile di ogni problema a carico del collo, spalle, schiena, braccia e mani, gambe e piedi (scoliosi, lombalgie e sciatalgie).

A questa catena muscolare sono collegate altre quattro: le due delle braccia (che accorciandosi causano problemi di periartrite scapolo-omerale, epicondiliti, tendiniti, tunnel carpale, rizoartrosi), la catena antero-superiore (il cui accorciamento causa problemi a livello cervicale e temporo-mandibolare) e quella antero-inferiore (che accorciandosi provoca problemi respiratori, dismetrie del bacino con conseguenti artrosi d’anca, gonalgie ecc..).

Il più delle volte la disfunzione delle catene può determinare un malfunzionamento dei visceri, dato che i muscoli della schiena fanno da parete posteriore della cavità addominale, e viceversa il malfunzionamento dello stomaco o dell’intestino determina un irrigidimento dei muscoli posteriori con conseguente mal di schiena.

Con la sua teoria e l’elaborazione del metodo, Mézières ha dimostrato che l’approccio settoriale ai problemi della persona è fallimentare; curare una lombalgia agendo solo sui muscoli paravertebrali è inutile perché anche il resto del corpo è coinvolto nel problema, il quale si manifesterà successivamente sempre nella stessa zona o spostandosi in altre parti in virtù della interrelazione tra le catene muscolari.

CONCLUSIONI

La cura e la terapia, data la interrelazione dei muscoli tra loro e tra questi e gli altri organi, non può essere settoriale (curare solo la parte “malata”) ma deve contemplare i collegamenti tra i vari organi cosi da prevedere un intervento ampio e multidisciplinare. Ciò consente di dare risposte efficaci ai problemi considerando la persona nella sua totalità e completezza oltre che nella sua complessità.

 

dott. Raffaele Biccari  
fisioterapista

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